sabato 14 marzo 2009

IL TARTARO NEL CANE E NEL GATTO

Le malattie periodontali negli animali domestici oggi sono in aumento. Le cause vanno ricercate nella maggior longevità rispetto a qualche anno fa, alla increscente presenza di razze toys e nane maggiormente predisposte a problemi dentali e in particolar modo ad una scorretta alimentazione che ancora oggi vige tra i proprietari. Cani e gatti infatti non dovrebbero mangiare gli avanzi da tavola. Essi sono carnivori e non onnivori come l’uomo. Purtroppo ancora tutt’oggi vige una scarsa informazione dei proprietari che tendono a trattare i loro amici come dei simili, viziandoli in particolar modo dal punto di vista alimentare con delle forti ripercussioni sia sulla salute che sul comportamento del loro più caro amico. Cani e gatti, come dicevo pocanzi sono dei carnivori, predatori e come tali nel loro ambiente naturale si nutrono di carogne o di piccole prede come roditori, lagomorfi, rettili, di cui ingeriscono le carni, visceri e ossa. Queste ultime svolgono azione abrasiva sulla dentizione. Quindi l’osso sembrerebbe essere utile per la pulizia dei denti, in realtà piccoli ossicini o schegge potrebbero portare a perforazioni o occlusioni del tubo digerente e una dieta prevalentemente di queste ultime porterebbe senza ombra di dubbio a blocco intestinale. Quindi l’alimentazione corretta per favorire la pulizia dentale senza predisporre a varie patologie deve basarsi su crocchette di buona qualità strutturate in modo da facilitare, durante la masticazione, l’eliminazione della placca dentale obbligando contemporaneamente l’animale a masticare prima di deglutire il cibo. Infatti la migliore prevenzione verso i più comuni problemi odontostomatologici è proprio l’azione abrasiva meccanica che il cibo compie sulla superficie dentale rimuovendo quotidianamente la placca batterica ed evitando che questa mineralizzi trasformandosi in tartaro. Il tartaro è facilmente visibile sui denti alzando delicatamente le labbra come una zona di colore scuro (da arancione a marrone) che ricopre lo smalto dentale e che cresce partendo dalla gengiva verso l’apice del dente.




Fig.1 Detartrasi in un pit bull di 4 anni, femmina


Cosa comporta l’accumulo di tartaro?

L’accumulo di tartaro in prossimità dei denti porta ad alitosi (cattivo odore emanato dalla bocca), infiammazione e retrazione della gengiva, predisposizione a carie dentali ed ascessi dentali, fino alla caduta dei denti. I batteri coinvolti in questi processi possono diffondere attraverso il torrente ematico e danneggiare gli organi interni quali il cuore, il fegato e i reni; o diffondere nei tessuti vicini e creare problemi a carico delle strutture confinanti: quali, ad esempio, l'apparato respiratorio e l'occhio. Prevenzione Da una recente statistica è emerso non solo che il 75% dei gatti e l'85% dei cani soffre di affezioni ai denti o alla bocca, ma anche che la maggior parte dei padroni ignora che la dentatura dei propri animali dovrebbe essere regolarmente controllata dal medico veterinario. Per prevenire la deposizione della placca batterica è fondamentale l'alimentazione. E bene abituare il cucciolo di cane o gatto ad una alimentazione a base di croccantini “secchi”. Molti proprietari ritengono che dare alimenti umidi sia salutare. In realtà l’umido sicuramente è più gradito ma può predisporre sia a problemi dentali, sia se non conservato bene a problemi digestivi. Sicuramente ancor più grave è la somministrazione di dolciumi, formagggi e simili. Aiutano la pulizia dei denti sicuramente paste enzimatiche disponibili in commercio, regolare pulizia con dentifricio in cani e gatti che lo permettono, croccantini dietetici finalizzati allo scopo, “ossa finte” di pelle e in alcuni casi anche pane duro.


Terapia e cura.

Il tartaro si elimina con un'operazione di pulizia dentale denominata detartrasi che costituisce la parte più importante degli interventi dentistici del cane in un ambulatorio veterinario. Per effettuarla, l'animale viene posto in anestesia generale per assicurarsi una buona contenzione: il detartraggio, infatti, non è particolarmente doloroso, serve per evitare che il soggetto possa muoversi durante l'intervento. L’intervento è anche piuttosto rapido e consiste nel rimuovere con una apposito strumento chiamato piezoelettrico tutto il tartaro presente sopra i denti e sotto la gengiva. I denti vengono poi lucidati e le gengive controllate fino agli spazi sottogengivali.


















Fig.2 Strumento per Detartrasi

Per qualche giorno dopo l'intervento potrà essere indispensabile una terapia con antibiotici o antidolorifici e disinfettanti gengivali a base di clorexidina. In ogni caso sarà importante un'efficace prevenzione per l'accumulo di tartaro data dall'alimentazione secca, dalla pulizia dei denti con appositi spazzolini o con l’utilizzo di paste o gomme enzimatiche

Dott. Francesco Buompane
MEDICO VETERINARIO
www.dottfrancescobuompane.blogspot.com